Festa dei Popoli, festa di colori |
DOMENICA 19 MAGGIO 2013In occasione della Pentecoste, la nostra diocesi celebra da qualche anno la Festa dei Popoli. Ciò accade anche in diverse diocesi italiane, come a Roma, dove diverse associazioni collaborano per la buona riuscita di tale iniziativa con 50 comunità etniche coinvolte; così anche nella vicina Brescia che ogni anno vive questo momento presso il Palabrescia. Per l’Ufficio Migranti della diocesi di Bergamo è un’ulteriore occasione per risvegliare l’attenzione verso il tema delle migrazioni. Quest’anno, per altro in tale occasione, il Comune di Sotto il Monte concede la cittadinanza onoraria a 49 bambini e adolescenti stranieri residenti nel paese natale di Papa Giovanni XXIII. Si tratta di un gesto simbolico, ma pur sempre importante e segna un’attenzione dell’amministrazione verso tutti i suoi cittadini. Inoltre in questi giorni sui giornali bergamaschi, così come a livello nazionale, c’è dibattito riguardo alla cittadinanza italiana e all’accesso di tale diritto da parte degli stranieri, in particolare dei minori nati in Italia. Ci piace prendere come emblema di questo momento storico il neoministro all’Integrazione del governo Letta. Cecile Kyenge è il primo ministro “nero” della storia del nostro Paese. Sottolineiamo “nero” perché è la parola usata dallo stesso ministro per descrivere la sua origine congolese. “Nero” e non “di colore”. Per gli africani, infatti, l’espressione “di colore” è offensiva, ha senso dispregiativo. Eppure è un termine che spesso viene utilizzato, spesso proprio per non offendere le persone di origine africana. Ed è ecco quindi che la percezione di una parola può cambiare ed essere letta dall’altro in modo diametralmente opposto. “Di colore” per molti italiani non ha il senso dispregiativo, mentre “nero” sì. Occorre dunque trovarsi, incontrarsi per capirsi e conoscersi reciprocamente e trovare un’espressione comune. In questo senso il neoministro all’Integrazione, on. Cecile Kyenge, può essere un primo passo per farci scoprire e conoscere un’Italia che cambia. Anzi che è cambiata. Il nostro Paese, non ci stancheremo mai di dirlo, è diventato plurale: non più un blocco monolitico, ma una moltitudine di diversità. Oggi essere italiano ha un significato diverso. Kyenge è l’emblema dei nuovi italiani che tutti i giorni incontriamo nella vita quotidiana: il colore della pelle, la cultura, la religione, i modi di agire sono “diversamente” italiani. Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha portato per la prima volta una persona che qualcuno di noi ancora considera straniero al governo. Ne siamo felici per la portata storica e l’impatto mediatico. Sappiamo che il ministro Kyenge è una persona in gamba e saprà lavorare bene nell’interesse del Paese, tuttavia ci auguriamo che sia anche l’ultimo ministro dell’Integrazione “nero”. L’onorevole Kyenge, infatti, è un medico oculista. Vorremmo che nel futuro ella o qualsiasi “nuovo” italiano sia valorizzato non perché “nero” o di origine straniera, ma per le proprie competenze. Saremmo molto più felici di vedere Cecile Kyenge ministro della Sanità. È un medico, dunque avrà competenze adatte per affrontare la questione. Un po’ come lo è l’altra ministra d’origine straniera, Josefa Idem. In pochi lo hanno sottolineato, ma anche lei è una “nuova” italiana come Kyenge. Non c’è nulla di differente nella loro storia d’emigrazione, se non lo Stato di provenienza. Per il neoministro allo Sport si tratta di una nomina per competenze. Conosciamo tutti le sue memorabili imprese olimpiche in canoa, ma Idem ha anche già esperienza nell’amministrazione pubblica, come assessore proprio allo Sport nel comune di Ravenna. Kyenge e Idem sono l’Italia di oggi. Un altro modo di essere italiani, con un nome che non è della tradizione del Belpaese, ma italiani. E per questo giudicheremo il loro operato nell’amministrazione della cosa pubblica come tutti gli altri. Non devono dimostrare nulla di più degli altri colleghi ministri solo perché hanno un’origine straniera, ma nemmeno nulla di meno solo perché appunto hanno origine straniera. Il ministro Kyenge ha da subito espresso la sua linea politica proprio sul tema della cittadinanza. Comunque la si pensi è necessario avviare una riflessione a livello politico sul tema, non dimenticando che le formule giuridiche non risolvono le problematiche. La questione come ha detto il ministro non sta semplicemente nel passare da un ius all’altro, ma di rilanciare il tema, ponendo sul tavolo tutte le problematiche. Per altro sappiamo anche delle implicanze difficili dello stesso ius soli che non prenderebbe in considerazione circa 300.000 minori non nati in Italia, ma sociologicamente italiani. Va anche affrontata la problematica dell’impossibilità dell’accesso alla doppia cittadinanza per parecchie nazionalità: cosa farebbe il nostro amico cingalese se suo figlio nato in Italia e quindi italiano potrebbe tornare in Sri Lanka solo da straniero? Nel nostro piccolo ci piace dunque provare a costruire questa nuova cittadinanza italiana, cominciando a conoscersi meglio. Per questo domenica 19 maggio, al Santuario di Prada a Mapello faremo la Festa dei Popoli. Una vera festa, momento di convivialità dove intessere nuove relazioni personali. Eccovi il programma della giornata:
Don Massimo Rizzi SCARICA IL VOLANTINO |