Migrantes Bergamo

Aid al Adha 2014



La lettera ai musulmani della Bergamasca per la festa del Sacrificio


Bergamo, 29 settembre 2014, 36 – 4 Dhu-l-Hagg

Ai responsabili dei centri culturali islamici e ai fedeli musulmani
residenti in provincia di Bergamo


Carissimi amici musulmani

Si avvicina la festa del Sacrificio e la chiusura del pellegrinaggio per quanti hanno avuto quest’anno la possibilità di viverlo. Il ricordo del sacrificio abramitico è condiviso comune per ebrei, cristiani e musulmani: il riferimento a questo lontano padre nella fede sia di stimolo a tutti noi per camminare verso l’unità e la pace.

È un’occasione preziosa per me per porgervi gli auguri più sentiti di buona festa, sia per le relazioni amichevoli strette ormai da tempo con molti di voi, come anche in veste ufficiale come responsabile dell’Ufficio del Dialogo interreligioso della Diocesi di Bergamo, compito che mi è stato affidato dal Vescovo lo scorso anno.

Già quando ci eravamo incontrati in occasione della festa di fine Ramadan mi avevate espresso preoccupazione e vicinanza per quanto stava accadendo ai cristiani del medio oriente: intellettuali e persone comuni, in Europa, in Medio Oriente nonché in Italia e anche qui a Bergamo hanno avuto modo di esprimere il loro dissenso e la loro dissociazione da quanto sta accadendo.

È forse oggi ancora più necessario ribadire il vero messaggio dell’Islam e la distinzione da quanti si professano difensori della religione, pur usando minacce e violenza: le notizie che giungono nelle nostre case attraverso i giornali e la TV, non aiutano certo a creare un clima di rispetto e di dialogo. Con voi e come voi sento dunque il bisogno di una azione condivisa che ci aiuti tutti a superare pregiudizi che mi pare serpeggino ancora oggi, per ribadire che “non c’è costrizione nella religione”.

Nei giorni scorsi papa Francesco in un viaggio in Albania ha ribadito: “Nessuno pensi di poter farsi scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e di sopraffazione! Nessuno prenda a pretesto la religione per le proprie azioni contrarie alla dignità dell’uomo e ai suoi diritti fondamentali, in primo luogo quello alla vita e alla libertà religiosa”. Penso siano parole pienamente condivisibili.

Nonostante tutto questo non posso tuttavia tacere i segni di speranza, che, se pur piccoli, possono essere semi che fanno crescere la pianta di una nuova società: su tutti, il momento di incontro interreligioso fissato per quest’anno il 2 ottobre al Patronato San Vincenzo, momento significativo e illuminante, che ci riunirà nella preghiera per la pace e la costruzione di ponti nelle nostre città. Ringrazio quanti collaborano assiduamente per questa iniziativa, sperando che possa crescere, sia nell’interesse suscitato come anche nella partecipazione e nella diffusione sul territorio della provincia.

Buona Festa! Aid Mubarak

Don Massimo Rizzi
Direttore dell’Ufficio per il Dialogo Interreligioso - Diocesi di Bergamo