Migrantes Bergamo


Preti tra i migranti - le storie

don Giacomo Panfilo



Don Giacomo è originario della Valle di Scalve. Del tutto speciale è il legame con la propria terra e al tempo stesso la forte spinta verso l’accompagnamento degli emigranti, per prendersi cura di quanti sono costretti a cercare lavoro lontano da casa, affetti dal “mal di patria”, la nostalgia.
La sua esperienza è contrassegnata dalla capacità di leggere e interpretare la realtà, affrontando ogni situazione senza perdere di vista né i valori e i modelli biblici dell’etica religiosa, né i nuovi orizzonti scaturiti dalle indicazioni conciliari.
Utilizzando come metro di riferimento i comportamenti e le motivazioni dei suoi familiari o delle persone a lui più vicine, Don Giacomo è sempre riuscito a trovare il modo di comunicare con gli altri, coinvolgendo direttamente singole persone, per stimolare riflessioni profonde e cambiamenti consapevoli.
Vivere la fede è l’obiettivo al quale tendere e la Svizzera gli ha consentito di lavorare in questo senso con grandi aperture e altrettante responsabilità: con i connazionali si sono consolidati rapporti di stima e fiducia, in un clima di comunità, come bene esprime la testata del notiziario della Missione Cattolica di Neuchâtel Noialtri.
Don Giacomo ricorda persone e vicende che hanno caratterizzato la sua vita pastorale e il racconto è un susseguirsi di considerazioni e riflessioni precise e concrete.
Le difficoltà hanno riguardato soprattutto i rapporti con i preti svizzeri, la maggioranza dei quali ha dimostrato atteggiamenti di indifferenza o di chiusura nei confronti dell’apostolato dei missionari italiani.
Anche oggi il tema dell’accoglienza richiede un confronto con gli immigrati in Italia, coerentemente con la nostra storia sociale, per evitare di commettere gli stessi errori che gli Svizzeri hanno fatto con gli emigranti italiani. Il segreto? La conoscenza e il rispetto reciproci.