Migrantes Bergamo


Preti tra i migranti - le storie

don Romeo Todeschini



Don Romeo, dal suo studio di Berbenno affacciato sulla Valle Imagna, ricostruisce con serena e lucida memoria le tappe salienti di un percorso umano che si è sviluppato dalle pendici dell’Imagna in altre terre dove il Signore lo ha chiamato.
Il desiderio di rivolgersi alle missioni era nato già durante il periodo della formazione in seminario.
Il vescovo Gaddi assecondò la sua volontà di evangelizzare le comunità degli emigranti.
La destinazione di Yverdon gli fu assegnata nel 1975.
Ricorda sorridendo le difficoltà legate alla lingua negli incontri con il clero locale del Decanato.
In quella terra non per tutti i migranti la religiosità era una dimensione quotidiana: qualcuno si sentiva un buon cristiano perché andava alla messa di mezzanotte, il giorno di Natale, e nessun’altra volta.
Vi erano dei laici che svolgevano compiti e funzioni non solo organizzative, ma di collaborazione pastorale sia nella Missione sia nelle parrocchie svizzere.
I Bergamaschi ormai erano pochi, c’erano soprattutto meridionali e il nostro progetto era quello di stare vicini alla gente, di riunire le persone.
Un tema sentito da tutti era quello legato all’inserimento della seconda generazione nel contesto della società svizzera, ma l’integrazione spesso era solo una bella parola.
Quando Don Romeo è rientrato in Italia, sei anni dopo, è stato chiamato in Curia per svolgere importanti incarichi ed è passato poi nella parrocchia di Chiuduno sino alla pensione.
Il bilancio dell’esperienza all’estero è certamente positivo, ha contributo a una crescita di consapevolezza della funzione del prete: ha aperto gli occhi su una realtà diversa, un mondo più grande del proprio recinto.
È auspicabile che l’esperienza vissuta dai nostri missionari tra i connazionali all’estero sia conservata.
Le stesse problematiche vissute dagli emigranti si presentano ora agli immigrati in casa nostra.
Dobbiamo imparare a intessere un dialogo, a suscitare nelle nostre comunità una sensibilità e un senso di accoglienza, che urtano contro pregiudizi spesso ampiamente diffusi.
Anche il sorriso e gli occhi di Don Romeo sono una bella testimonianza di fraternità e armonia.
E’ tornata dalla spesa la sorella Angioletta, con cui Don Romeo vive gli anni di riposo dopo il tempo dell’attività pastorale diretta e rimane sorpresa che la conversazione sia durata così a lungo...