Migrantes Bergamo


Preti tra i migranti - le storie

Mons. Lino Belotti



Monsignor Bortolo Belotti, anzi Don Lino, come tutti lo chiamano da quando Don Giuseppe Magni lo ha invitato a “cambiare nome”, racconta con umiltà la sua storia personale: dalla nascita in una semplice famiglia contadina a Comenduno, all’ingresso in Seminario e al passaggio alla Comunità Missionaria Paradiso fino all’ordinazione sacerdotale nel 1954.
Un elemento che emerge nella ricostruzione delle tappe di un vissuto ricco di impegni e responsabilità è il senso di fatica che Don Lino ha avvertito nel dover lasciare un ambito di missione pastorale nel quale era profondamente coinvolto per raggiungere una diversa destinazione.
In breve tempo, però, egli ha saputo sempre inserirsi nella nuova realtà con rispetto, disponibilità e competenza, svolgendo le funzioni che gli sono state attribuite come un servizio per gli emigranti e costruendo rapporti umani autentici e duraturi. Non è un caso se Don Lino conserva ancora un quadernetto in cui sono annotati con ordine i nomi degli emigranti italiani a La Chaux-de-Fonds, divisi per regioni d’origine e con l’indirizzo di residenza. Dietro a ciascuno di essi c’è una storia familiare unica che non si può dimenticare perché è stata condivisa profondamente.
Sul piano dell’organizzazione e del coordinamento, prima come Delegato per i missionari dell’area romanda, poi come Direttore dei missionari degli emigranti in Svizzera, ha concretizzato i valori della convivenza, del dialogo e della solidarietà, con lo sguardo sempre aperto alla missionarietà della Chiesa.
Svolgendo un ruolo di primo piano nella Fondazione Migrantes, come Vicario generale della Diocesi, Vescovo Ausiliario, Presidente della Commissione Episcopale Italiana per le Migrazioni, Don Lino ha dedicato la sua vita al tema delle Missioni, attento all’evolversi dei fenomeni, alle esigenze e ai progetti che conseguentemente ne risultano influenzati. Il futuro delle Missioni Cattoliche Italiane in Europa come della Comunità Missionaria “Paradiso” è ancora da definire concretamente; ci si augura di trovare nuovi ruoli facendo tesoro delle esperienze passate e tenendo conto sia delle istanze religiose che delle dinamiche socio-economiche attuali.

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